Blog di laliadivi

Pensieri e Poesie

Sono qui per caso

Oggi domenica, giorno di riposo e quindi niente sveglia. Mi alzo e, tra uno sbadiglio e uno stiramento di arti, metto i piedi a terra. Il rimmel e l`ombretto della sera prima hanno lasciato delle evidenti sbavature sul mio viso che ho dimenticato di struccare. L’utilizzo di latte detergente e tonico non rientra, quasi mai, nelle mie priorità. Pazienza, vorrà dire che la pelle non respirerà, i pori avranno di che nutrirsi e forse prenderanno ossigeno da quella poca aria che sovrasta il mio spazio. Fa sempre bene condividere qualcosa con gli altri e, perché no, con una parte di me. Non sono egoista, vero? A passi lenti, anzi lentissimi mi avvio verso la cucina, ho bisogno del mio caffè, della mia prima dose di caffeina per non dare la possibilità alle palpebre di chiudersi di nuovo. La notte ha divorato con avidità una buona parte dei miei pensieri, trasmutati in sogni li avrei riportati nel nuovo giorno. Nel mio caso, parlare di luce proiettata nell’istante in cui la visione sì apre allo spostamento delle lancette, può significare solo una cosa: benvenuta nel mondo dei vivi. Vivi? Ecco, se per vivi s`intende una figura con tratti delineati, presumibilmente armonica, che veste di superficialità ogni fibra e che si lascia abbagliare dai flash di luce artificiale, che recita con cura il suo copione, allora io sarei una figura spettrale che rifiuta il suo passo in terra. Negli occhi la luce di chi è ancora intrappolato nella sfera del sogno, in quella dimensione astratta dove anche l’irreale assume una forma tangibile. Non riuscivo a non pensare ad Adrian e al suo grande amore verso Miriam, avevo fatto tardi per finire di leggere la loro storia- quel libro mi aveva colpito già dalla copertina- due mondi completamente opposti. Uniti nella magia dell’amore assoluto, puro, incontaminato da ogni possibile elemento tossico, a tutto quello che avevano dovuto superare per viversi e coronare la loro storia. Riduttiva la mia sintesi, ma in fondo mi sono appena svegliata e voglio sentire dentro ancora un po’ di quella magia, prima che la routine mi trascini nel suo vortice.

La strada si apre ai miei occhi tra gemme fiorite e cime innevate. Illusioni di pensiero si srotolano in racconti mentali, nessun inchiostro a immortalare emozioni.

(Una primavera anomala)

Il sogno, uno spazio dove cadono barriere, dove non ci sono limiti al possibile, dove ogni cosa si trasforma. Il tempo assume un valore diverso, scandisce battiti, veste lancette che oscillano su una superficie scintillante.
Laliadivi

Senti il bisogno del vento tra i capelli, lasciarti accarezzare la pelle, ebbra nella caducità di emozioni di pensiero, passi mossi su un suolo sconnesso. Una playlist di canzoni ti fa compagnia, frasi che racchiudono un sentire comune. Complicità di motivi che non saranno mai la colonna sonora della tua vita, tutto sfuma tra i colori del tramonto.
Laliadivi

Ti lasci andare allo stridere incerto dei giorni. Oggi come ieri, solo un ticchettio di lancette a segnare un tempo d’incertezze, vuoti e apnee.
(Tace il tuo battito nel rumore assordante del mio)

Senza nemmeno rendermi conto avevo trattenuto, per un breve lasso di tempo, una primavera abusiva tra le pareti della stanza, tra gli oggetti di vita quotidiana. Premeva il desiderio di sentirla dentro, invadere ogni angolo con un’intensità da orgasmo mentale. Brividi, discese e salite tra curve e rettilinei.
Laliadivi

Perdona ogni gesto puerile, ogni grazia di rosso vestita. Carezza avvolgente di ebbrezza.

Vuoti

È forte il senso di te nei giorni vuoti di vita. Presenza evanescente che ruba la scena alla notte. Una carezza illusoria che, alle prime luci, si sgretola come polvere di stelle.

Avevo chiuso gli occhi, giusto un attimo, per attraversare quella linea di confine che mi aveva sempre ancorato a un modo di essere. Sognare aveva sempre esortato in me il viaggio, bagagli a parte. Era vivere una vita parallela, a misura, perfetta. La perfezione però non è di questo mondo ed io mi ero persa in quel viaggio.
[Ogni cosa riflette particelle di appartenenza, una scia nel pulviscolo che ombreggia la stanza. Un gesto, l’appoggio. Un respiro posato delicatamente sugli arredi compreso gli oggetti].